Rapporto sui medicamenti 2022
Spese a livelli record

Nel 2021 le spese per i medicamenti hanno subito un aumento consistente e superano attualmente gli 8 miliardi di franchi. Sebbene un approvvigionamento di farmaci valido in termini qualitativi risulti giustificato, anche in termini economici, è necessario monitorare in modo critico tale evoluzione. Con il rapporto sui medicamenti, giunto ormai alla sua nona edizione e redatto in collaborazione con l’Università e l’Ospedale universitario di Basilea, Helsana fornisce dati affidabili in merito all’andamento dei volumi e dei costi del mercato svizzero dei medicamenti. Tramite tale rapporto contribuiamo così a creare maggiore trasparenza e poniamo le basi per discussioni fondate su dati e informazioni attendibili.

Dall’esaustivo rapporto sui medicamenti del 2022, disponibile anche per il download, sono state estrapolate a titolo esemplificativo le seguenti questioni:

  • Quali sono i principali medicamenti e gruppi di medicamenti che contribuiscono all’ennesimo aumento dei costi?
  • L’introduzione dei modelli di prezzo ha effettivamente esercitato un effetto frenante sui prezzi?
  • Rispetto a una possibile gravidanza, le giovani donne ricevono un’adeguata assistenza farmacologica nonché informazioni in merito?
  • Quali sono state le conseguenze legate all’omologazione di nuovi medicamenti per la profilassi dell’emicrania?

1. Quali gruppi di medicamenti contribuiscono maggiormente all’incremento dei costi?

Notevole incremento dei costi causato dall’elevato prezzo di singole terapie

Nel 2021 le spese per i medicamenti nell’ambito dell’assicurazione di base hanno superato per la prima volta il tetto degli 8 miliardi di franchi. Rispetto all’anno precedente, i costi (+4,6 per cento) hanno subito un incremento molto più consistente rispetto sia al numero di persone che assumono farmaci (+1,3 per cento) sia al numero di medicinali acquistati (+0,5 per cento). Un simile sviluppo è spiegabile in primis dal costo estremamente elevato di singoli trattamenti medicamentosi nuovi.

Panoramica degli acquisti di medicamenti, delle spese e delle persone che assumono medicamenti

 

Acquisti di medicamenti (in migliaia)

 

Spese per medicamenti (in milioni di franchi)

 

Numero di persone che acquistano medicamenti (in migliaia)

  • Uomini

  • Donne

Fonte: Helsana; proiezione per l’intera Svizzera
  • Da anni la classifica dei gruppi di medicamenti più costosi rimane invariata e risulta dominata dai farmaci immunosoppressori, che nel 2021 hanno totalizzato ben 1217 milioni di franchi, ovvero il 15 per cento dei costi complessivi. Con terapie dai costi medi pari a 10 030 franchi all’anno, tali medicinali presentano anche le spese pro capite maggiori. Rispetto all’anno precedente, in tale gruppo i costi complessivi risultano aumentati del 4,8 per cento, per un totale di 50 milioni di franchi.
  • Al secondo posto tra i gruppi di principi attivi più costosi si attestano i farmaci antitumorali, che hanno registrato il 12 per cento dei costi complessivi, pari a 971 milioni di franchi, evidenziando un netto aumento, pari all’11,9 per cento, rispetto al 2020. In confronto all’anno precedente, questo rappresenta l’aumento dei costi più consistente a livello percentuale tra tutti i gruppi di medicamenti. Confrontando i costi di questo gruppo di principi attivi con i costi 2018, per tale periodo si evidenzia persino un incremento del 30 per cento.
  • I principi attivi singoli più costosi in assoluto nel corso del 2021 sono risultati il farmaco per gli occhi aflibercept, seguito dal farmaco antitumorale pembrolizumab e dall’anticoagulante rivaroxaban. Degno di particolare nota è anche il lancio sul mercato del prodotto combinato Trikafta® per il trattamento della fibrosi cistica, che, nei primi dieci mesi dalla sua introduzione a febbraio 2021, ha generato un fatturato pari a 39,2 milioni di franchi.
  • Già solo i due costosissimi medicamenti Keytruda® (pembrolizumab) e Trikafta® (ivakaftor, tezakaftor, elexacaftor) hanno generato rispetto all’anno precedente una crescita di fatturato pari a oltre 65 milioni di franchi. Entrambi i medicamenti sono sottoposti ai cosiddetti modelli di prezzo. Tuttavia, questo fa sorgere alcuni dubbi in tal senso: i modelli di prezzo esercitano effettivamente un effetto frenante sull’aumento dei costi, come viene costantemente affermato dall’UFSP?

2. I modelli di prezzo portano a un effettivo risparmio?

I modelli di prezzo non contribuiscono a un contenimento dei costi

Nel caso dei medicamenti la determinazione del prezzo si basa principalmente sia sull’equivalenza terapeutica (efficacia e costi di trattamento rispetto ai medicinali autorizzati per la stessa malattia) sia sul confronto con i prezzi esteri, attualmente condotto con nove paesi di riferimento. In determinate occasioni, viene inoltre concesso un premio all’innovazione per nuovi prodotti particolarmente innovativi. In caso di differenze rispetto alla tradizionale modalità di determinazione dei prezzi, parliamo dei cosiddetti modelli di prezzo, a cui sempre più di frequente si ricorre, soprattutto dal 2020, spesso perché i produttori non accettano i prezzi calcolati secondo la modalità tradizionale, con conseguenti ritardi nella procedura di omologazione.


In breve:

mentre la comprovata modalità di determinazione dei prezzi risulta ampiamente trasparente, i nuovi modelli di prezzo includono accordi confidenziali intercorsi tra l’Ufficio federale della sanità pubblica e la rispettiva azienda farmaceutica. I prezzi effettivamente corrisposti vengono accettati dai produttori solo nel caso in cui venga mantenuto il massimo riserbo in tal senso e, contemporaneamente, sulla lista dei medicamenti da pagare (il cosiddetto Elenco delle specialità) risulti pubblicato un prezzo aumentato artificiosamente. Per mantenere i prezzi confidenziali nei confronti del pubblico, l’assicurazione malattia è tenuta a richiedere in un secondo momento la differenza tra il prezzo «allodola» e il prezzo effettivamente corrisposto. Le aziende farmaceutiche argomentano questa procedura adducendo un accesso più immediato ai farmaci per i pazienti, nonché costi delle terapie più bassi. Si tratta di una prassi ricorrente non solo in Svizzera, ma anche a livello internazionale. I prezzi «allodola», ovvero alti e ufficialmente comunicati all’esterno, fanno lievitare i prezzi ben oltre i confini nazionali, in quanto fungono da riferimento per altri paesi nell’ambito della loro procedura di definizione del prezzo. Poiché tale procedura viola il livello di trasparenza richiesto nell’ambito della Legge sulla trasparenza, è ora necessario prenderne coscienza e provvedere a legalizzare la procedura nell’ambito del «Secondo pacchetto di contenimento dei costi» del Consiglio federale.

Omologazioni di medicamenti con il modello di prezzo


Fonte: Helsana (2013-2021)
  • Nell’ambito dei nuovi medicamenti la percentuale dei modelli di prezzo aumenta anno dopo anno. Se nel 2015 le nuove omologazioni basate sul modello di prezzo aggiunte all’Elenco delle specialità risultavano in totale 17, nel 2021 il numero è stato 76. Dei nuovi preparati aggiuntisi tra il 2015 e il 2021, il 39 per cento è riferito alla tipologia basata sui modelli di prezzo.
  • I modelli di prezzo si applicano in primis ai medicamenti dai costi elevati e nel 2021 hanno rappresentato il 15 per cento del fatturato dell’intero mercato dei medicamenti. Tale metodo viene impiegato su scala sempre più vasta soprattutto nel caso dei farmaci per il trattamento del cancro e per il sistema immunitario. Tuttavia, anche in altri settori i modelli di prezzo acquisiscono un’importanza via via maggiore.
  • Grazie all’ulteriore flessibilità offerta, i modelli di prezzo possono fornire un valido contributo per semplificare l’accesso alle terapie innovative. Rimane il dubbio in merito al fatto che il cosiddetto «prezzo effettivo» eserciti un effetto frenante sui prezzi. Questo si realizzerebbe solo nel caso in cui i prezzi risultassero più bassi rispetto a quelli calcolati sulla base delle regole ordinarie sui prezzi. Di fatto i produttori non hanno alcun interesse ad accettare prezzi inferiori ai livelli attualmente garantiti dalla legge.
  • A questo si aggiunge il fatto che i modelli di prezzo comportano costi amministrativi supplementari a carico dei pagatori dei premi. Da una parte i calcoli dei margini di vendita e dell’IVA si basano infatti sul prezzo «allodola» aumentato artificiosamente, dall’altra, attraverso la procedura dei rimborsi, la pratica dei modelli di prezzo incrementa i costi amministrativi senza tuttavia fornire un vantaggio economico aggiuntivo per i pagatori dei premi.

Nonostante tutti questi aspetti critici, per via del suo progressivo radicamento a livello internazionale, attualmente non si prevede un dietro front rispetto al trend relativo ai modelli di prezzo.

«Nell’ambito dell’assicurazione di base, i modelli di prezzo possono effettivamente semplificare l’accesso ai nuovi medicamenti e a quelli innovativi. Tuttavia, non si prevede un effetto frenante sui prezzi: quale produttore accetterebbe infatti un prezzo inferiore a quello garantito per legge?»

Mathias Früh, economista sanitario, Politica sanitaria & PA Helsana

I modelli di prezzo esercitano sui prezzi un effetto frenante davvero minimo, dal momento che l’industria non è incentivata ad accettare prezzi inferiori a quelli attualmente garantiti dai regolamenti sui prezzi previsti per legge. Sarebbe quindi necessario ridurre anziché legittimare gli aspetti non trasparenti legati ai modelli di prezzo. È quindi fondamentale rafforzare, anziché indebolire, le regole relative alla trasparenza, alla governance e alla legge sulla trasparenza, opponendosi a quelle che risultano essere le attuali aspirazioni politiche. Poiché tutto questo, per via delle interrelazioni internazionali, può realizzarsi solo in modo limitato all’interno della gestione individuale nazionale, si auspica un rafforzamento della Svizzera all’interno del contesto europeo a favore di forme di definizione dei prezzi dei medicamenti che risultino innovative, sostenibili e trasparenti.

3. Le giovani donne sono assistite adeguatamente in termini farmacologici?

Assunzione dei farmaci più consapevole in vista di una gravidanza

È ampiamente risaputo che l’assunzione di medicamenti durante la gravidanza comporti rischi elevati e, tuttavia, non sempre è possibile rinunciare alla loro somministrazione. Anche l’analisi dei dati condotta nel corso del 2021 ha evidenziato che l’87,7 per cento di tutte le donne in gravidanza assumevano almeno un medicamento rimborsato, e durante la gravidanza addirittura in numero maggiore rispetto al periodo precedente. Nella maggior parte dei casi, si trattava di medicamenti comprovati e sicuri finalizzati al trattamento terapeutico dei comuni sintomi della gravidanza e delle possibili complicazioni; questo aspetto denota in Svizzera, in generale, un’assistenza delle donne in gravidanza qualitativamente eccellente e basata su uno stretto monitoraggio.

Alcuni medicinali possono tuttavia rivelarsi particolarmente dannosi per il nascituro ed è quindi assolutamente necessario evitarne l’assunzione durante la gravidanza. Parliamo dei cosiddetti farmaci teratogeni.

In breve:

durante la gravidanza i farmaci teratogeni possono causare malformazioni al bambino, anche se l’assunzione di un farmaco potenzialmente teratogeno (a basso rischio teratogeno) non provoca necessariamente danni al nascituro e, in singole circostanze, può persino rivelarsi una decisione terapeutica necessaria. Tuttavia, in caso di farmaci a comprovato contenuto teratogeno elevato, il rischio di danni al bambino risulta elevato nell’eventualità di una gravidanza inaspettata. La fase di organogenesi embrionale si svolge all’inizio del primo trimestre. I rimedi terapeutici contro l’acne, come i retinoidi, o il farmaco antiepilettico Valproat rientrano tra i medicinali efficaci a più alto contenuto teratogeno e, a seguito di assunzione nel primo trimestre, comportano un rischio di malformazioni del 25 per cento. Si stima che il tasso delle gravidanze non pianificate si aggiri intorno al 50 per cento.

Persone con assunzione di agenti teratogeni prima e durante la gravidanza


Fonte: Helsana; proiezione per l’intera Svizzera,
Totale 502 100 donne in gravidanza, anni (2015-2021)
  • Nel 2021, il 14,4 per cento di tutte le donne in età fertile ha assunto tali medicamenti. Tra le donne di età inferiore ai 26 anni, i farmaci utilizzati con maggiore frequenza sono risultati i rimedi terapeutici contro l’acne (retinoidi sistemici, 4,7 per cento), medicinali a comprovato contenuto teratogeno elevato.
  • L’aspetto positivo è che, nella maggior parte dei casi, prima della gravidanza i farmaci potenzialmente teratogeni erano stati sostituiti con alternative più sicure. Questo evidenzia una notevole consapevolezza da parte del personale medico rispetto ai rischi legati a farmaci potenzialmente teratogeni.
  • Ciononostante, l’1,4 per cento delle gestanti ha assunto farmaci potenzialmente teratogeni durante il primo trimestre della gravidanza. 36 donne incinte su 100 000 hanno assunto farmaci a comprovato contenuto teratogeno elevato, aspetto che in singoli casi può comportare conseguenze di vasta portata.
  • In 14 gravidanze su 36 si è trattato del farmaco antiepilettico Valproat, assunto principalmente nel primo trimestre. Con un’incidenza di 1,1/10 000 gravidanze, Valproat è risultato il farmaco a comprovato contenuto teratogeno elevato più assunto nel primo trimestre di gravidanza. Un’esposizione a Valproat nel corso del primo trimestre può causare malformazioni strutturali, alcune delle quali gravi, in circa l’11 per cento dei bambini. Inoltre, un’esposizione nei successivi mesi della gravidanza causa nel 30-40 per cento dei bambini possibili disturbi dello sviluppo di tipo neurocognitivo. Pertanto, ove possibile, è necessario evitare l’assunzione di Valproat durante la gravidanza. Fino alla fine del 2018 l’assunzione di Valproat risultava tuttavia ancora frequente, fino all’introduzione di un programma di prevenzione della gravidanza, a seguito del quale tali assunzioni in gravidanza sono diminuite. Si rende ora necessario continuare il monitoraggio in modo da valutare se tale trend positivo risulterà confermato anche in futuro.

«È davvero sorprendente come un numero considerevole di donne incinte assuma medicinali potenzialmente teratogeni. In occasione dei regolari controlli annuali effettuati presso specialisti in ginecologia e ostetricia, si rende quindi necessario porre maggiore e particolare attenzione alla consulenza preconcezionale. A tal fine, l’associazione specialistica ha creato una lettera di esperti, attualmente in fase di aggiornamento, che tratta, tra le altre cose, anche dell’ampliamento della tematica legata all’assunzione di medicinali in presenza di malattie croniche»

Prof. Daniel Surbek, co-direttore, primario di Ostetricia e medicina feto-materna, Clinica universitaria di ginecologia, Inselspital di Berna e Presidente della Commissione per la qualità della Società svizzera di ginecologia e ostetricia

I dati analizzati evidenziano in Svizzera un’assistenza farmacologica valida per le donne incinte. Tuttavia, si individua la necessità di ottimizzazione nel caso delle donne in età fertile che assumono regolarmente farmaci potenzialmente teratogeni. Ad esempio, in occasione delle regolari visite ginecologiche di controllo, è necessario informare tempestivamente le donne in merito ai possibili rischi in caso di gravidanza. Nel caso di donne affette da malattie croniche, prima della gravidanza è assolutamente necessario effettuare una valutazione interdisciplinare in merito alle varie possibilità terapeutiche.

4. Una nuova profilassi dell’emicrania a qualsiasi prezzo?

All’incremento quantitativo deve corrispondere una riduzione dei prezzi

In Svizzera oltre un milione di persone soffre di attacchi di emicrania. Oltre alle cefalee tensive, anche l’emicrania rientra tra le tipologie di mal di testa più frequenti e affligge il 18 per cento delle donne e il 6 per cento degli uomini.

In breve:

gli attacchi di emicrania di bassa e media intensità non vengono trattati con antinfiammatori non steroidei (FANS) e altri analgesici (antidolorifici). I triptani risultano le sostanze più efficaci in caso di attacchi acuti e vengono impiegati per trattare gli episodi di emicrania che non rispondono agli analgesici o ai FANS. Nel 2021 quasi 100 000 persone hanno assunto triptani. Nel caso di pazienti che soffrono particolarmente di emicranie risulta indicata una profilassi a lungo termine, nell’ambito della quale sono consigliate diverse sostanze come determinati antidepressivi, beta bloccanti o antiepilettici. Tuttavia, oltre a risultare in parte insufficienti, tali terapie farmacologiche si accompagnano spesso anche a effetti indesiderati. Nel 2018 si è assistito al lancio sul mercato svizzero di un primo esemplare di un nuovo gruppo di principi attivi finalizzato alla profilassi dell’emicrania: l’«anticorpo del peptide correlato al gene della calcitonina (CGRP)». Da allora in Svizzera sono stati omologati quattro anticorpi CGRP: l’erenumab (Aimovig®), il galcanezumab (Ajovy®), il fremanezumab (Emgality®) e l’eptinezumab (Vyepti®). I principali esemplari di questo nuovo gruppo di medicamenti sembrano risultare ben tollerabili ed efficaci anche nel trattamento di determinate forme di emicrania.

Costi dei medicamenti per il trattamento dell’emicrania



2018

2020


170
Abbonato
permanente
170
Abbonato
permanente

 

Costi totali

890 586 CHF

+82%

Costi totali

1 618 386 CHF



  • Farmaci per l'emicrania

  • Anticorpi CGRP (1 153 455 CHF)


Fonte: Helsana; proiezione per l’intera Svizzera (2018 e 2020)
Acquisti e costi di pazienti con terapia permanente a base di anticorpi CGRP nel 2020 e relativi acquisti e costi per medicazioni concomitanti per l’emicrania nel 2018 e nel 2020.
  • Un confronto tra le assunzioni di triptani effettuate prima e dopo l’inizio di una terapia con anticorpi CGRP ha evidenziato come i pazienti che seguivano una profilassi CGRP permanente assumessero il 60 per cento in meno di triptani rispetto al periodo precedente come terapia acuta dell’emicrania. Questo evidenzia come i pazienti che seguono una terapia permanente a base di anticorpi CGRP soffrano più raramente di (forti) attacchi di emicrania.
  • Tuttavia, sussistono dubbi da un punto di vista di economicità farmacologica, dal momento che i costi annuali di una terapia a base di anticorpi CGRP superano di varie unità i costi di una profilassi standard tradizionale. Infatti, nel 2021, per 4800 persone che hanno assunto almeno uno di tali anticorpi CGRP sono stati generati costi pari a 19 milioni di franchi.
  • Nel caso delle persone che assumono i CGRP su base permanente, dopo l’inizio della terapia CGRP i costi dei medicamenti sono aumentati dell’82 per cento; in tre casi su quattro tale aumento è dovuto unicamente agli anticorpi CGRP.

In Svizzera la prescrizione degli anticorpi CGRP è vincolata a determinate condizioni (cosiddette limitazioni), ad esempio un determinato livello di gravità dei sintomi o una determinata frequenza. Rimane aperto il dibattito in merito alla possibilità che una parziale facilitazione dell’accesso a questa forma di terapia risulti effettivamente sensata. Attraverso il ricorso ad anticorpi CGRP, i dati tratti da studi attuali evidenziano tuttavia soltanto un’esigua riduzione dei giorni in cui i pazienti soffrono di emicrania, un aspetto che giustifica le direttive severe, ma non i costi elevati!

«In considerazione dell’elevato prezzo, a fronte di un’efficacia selettiva di tali medicamenti si rivela quantomeno adeguato mantenere l’attuale limitazione o un vincolo che attesti un grave interessamento da parte del soggetto. A questo si aggiunge che i nuovi medicamenti CGRP raddoppiano i costi legati alle terapie rispetto ai metodi finora adottati. In tal senso, un allentamento dei vincoli legati all’accesso dovrebbe necessariamente comportare una riduzione del prezzo.»

PD Dr. Carola A. Huber

Poiché i nuovi medicamenti CGRP comportano un aumento quasi del doppio dei costi della terapia rispetto ai metodi finora adottati, l’accesso a tale terapia risulta notevolmente limitato. Se, come attualmente richiesto, tali limitazioni verranno alleggerite, il conseguente ampliamento in termini quantitativi dovrà necessariamente comportare anche una sostanziale riduzione dei prezzi. In caso contrario, l’aggravio economico sarà ancora una volta a carico degli assicurati.

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